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Gentile Direttore,
mi permetto di inviarle una piccola precisazione relativa all’articolo apparso oggi 26 gennaio sulla Gazzetta, a pagina 6, dal titolo: Β«Pisicchio resta fuori – β€œI seggi vanno solo a chi ha voti”».
Il pezzo intende fare sintesi delle motivazioni della sentenza del TAR Puglia sul ricorso presentato dalla lista Senso Civico per vedersi riconoscere il risultato del superamento della soglia di sbarramento del 4% per l’ingresso nell’Assemblea regionale. Non contesto al giornalista autore dell’articolo il fatto di avere avuto, fin dall’inizio di questa vicenda, una opinione personale sul ricorso che non Γ¨ mai stata particolarmente favorevole alle ragioni dei ricorrenti: la Gazzetta ha garantito comunque l’espressione delle nostre voci sia ospitando nostre posizioni, sia attraverso cronache diverse.
Credo, perΓ², di avere il diritto di veder riconosciuto il percorso logico-giuridico seguito dai nostri legali, nel cui collegio siedono accademici che sono maestri riconosciuti dell’ordinamento elettorale in Italia. E non intendo riferirmi ai commenti del giornalista a rafforzare un giudizio tranchant (ad es. con riferimento alle motivazioni del TAR Β«secche e un po’ seccateΒ». Ci domandiamo da dove vengano tratti questi aggettivi; non certamente dalla sentenza di rigetto del ricorso perchΓ© Β«manifestamente infondataΒ» l’incostituzionalitΓ  adombrata dai ricorrenti: chi ha esperienza di tribunali e di sentenze sa molto bene che la formula utilizzata dai giudici di prime cure Γ¨ un’espressione necessaria, poichΓ© se vi fosse il dubbio da parte del TAR sulla possibile incostituzionalitΓ  darebbe ragione a chi la invoca), ma, in particolare, all’incipit del pezzo che accusa, sostanzialmente, i ricorrenti di avere una volontΓ  di manomissione del risultato elettorale facendosi riconoscere dalla giustizia amministrativa ciΓ² che l’elettorato ha negato. A parte il fatto che la magistratura amministrativa Γ¨ posta nell’ordinamento giuridico proprio per riparare agli errori, ma, in questo caso si tratta di errori materiali che occorre correggere, nella logica stessa delle leggi vigenti, dunque la legge elettorale regionale in vigore oggi.
Non Γ¨ certo questa la sede per dibattere sugli algoritmi della legge, peraltro malfatta, ma il nostro ricorso ha dimostrato che, anche seguendo il percorso da essa tracciato, il risultato porta – per i ricorrenti – al superamento dello sbarramento del 4%. Siamo molto convinti di questo e pertanto chiederemo giustizia alle magistrature superiori. Uso il plurale non in senso maiestatico: β€œSenso Civico”, che alle scorse elezioni ha raccolto 69.699 voti in tutta la Puglia, Γ¨ un’opera collettiva che non puΓ² essere in alcun modo paragonata nΓ© ad un partito personale, nΓ© a Β«liste-civettaΒ».