Il disegno di legge sulla bellezza di territori e paesaggi che la Regione Puglia ha presentato lo scorso luglio ha tra i principali scopi una maggiore consapevolezza della bellezza che ci gira attorno. I ventitrè articoli suddivisi in sei titoli e il Manifesto che ne enuclea lo spirito informatore riconoscono le differenze fra i diversi luoghi che formano la Regione e invece di appianarle, le incoraggia, dispiegano e spiegano i principi, le ragioni e gli obiettivi che hanno guidato la mano degli estensori del testo. Insomma, “più che una legge, un progetto giuridico”. Un progetto fortemente voluto dall’assessore regionale Alfonso Pisicchio, a cui hanno lavorato accademici, giuristi, storici dell’arte, antropologi, economisti e architetti chiamati a comporre un apposito Comitato tecnico-scientifico. Fondamentale per la crescita del disegno di legge l’apporto dei cittadini, nello spirito della “Casa della Partecipazione”, riprendendo i principi della sussidiarietà orizzontale e della co-pianificazione e concertazione urbanistica, principi declinati dalla modifica al Titolo V della Costituzione in materia concorrente Stato-Regione in tema di governo del territorio.  Dunque, una disciplina alimentata da un processo partecipativo che vede protagonisti – anche con lo strumento del Tour della Bellezza – associazioni, stakeholder e interlocutori dei singoli territori, e che è capace di proteggere e promuovere la bellezza della Puglia, preservando, tutelando e valorizzando le peculiarità delle diverse province che formano il “Mosaico Puglia”, un insieme quanto mai affascinante ed eterogeneo di tessere di bellezza delle identità culturali delle tante “Terre” che compongono la nostra regione. Il disegno di legge intende proteggere e preservare la bellezza della Puglia perseguendo un’alta “qualità costruttiva” nei futuri interventi che si andranno a fare nei luoghi urbani e periurbani; abbattendo o recuperando i cosiddetti “detrattori di   bellezza” che deturpano i territori (vuoti urbani, ecomostri, abusivismi di vario genere e natura), preservando e valorizzando le peculiarità delle diverse province che formano il “Mosaico identitario della Puglia”, e non prevedendo consumo di suolo.